Riteniamo utile e necessario diffondere e mettere a disposizione (anche se un po "pesante" di tutti questo prezioso lavoro di riflessione inviatoci da Rodolfo Bosi, che ringraziamo. Diffondetelo!!
Fonti:
Appare sempre più indispensabile che i Comitati e le Associazioni di quartiere trovino un momento comune di rflessione per valutare il da farsi di fronte a questa decisione della nuova??!! Amministrazione Alemanno che ancora una volta, oggi come ieri, usa strumentalmente l'emergenza casa per consentire ai "palazzinari" di devastare quel poco che resta dell'Agro romano.
A proposito di consumo di territorio (ed in particolare di "urbanizzazione selvaggia dell'Agro Romano") rimetto in allegato per opportuna conoscenza la bozza del bando sul Programma di Riqualificazione degli Immobili Agricoli (P.R.I.A.) che il Comune di Roma ha annunciato nel corso della conferenza stampa tenuta lo scorso 6 ottobre, su cui ritengo opportuno fare le seguenti valutazioni.
1 - Dall'esame incrociato del testo del bando (Allegato A) con quello del Disciplinare (Allegato B) deriva l'impressione che il Comune di Roma con tale bando abbia voluto sostituire (o peggio ancora integrare ) la primitiva proposta di costruire ulteriori case popolari in zona agricola, poi esclusa dallo stesso Sindaco Alemanno con un comunicato del 23 ottobre 2008 (rimesso pur esso in allegato, per un opportuno confronto sulla effettiva volontà di non voler "sconfinare nelle zone agricole"): quel che salta ora all'occhio (a distanza di circa un anno) é la precisa volontà di concedere a tutti i "fabbricati dismessi o sotto-utilizzati" - che in base all'asse a) del Disciplinare é possibile anche demolire e ricostruire - il cambio di destinazione d'uso a <
2 - Sotto tale aspetto l'iniziativa é a mio giudizio peggiore di un programma di nuovi PEEP in zona agricola (che bene o male resterebbero concentrati in precisi siti dell'Agro), perché tende ad "urbanizzare" a macchia d'olio (con tanto di dotazione di standards urbanistici) la marea di aree della campagna romana edificate con fabbricati ora considerati dismessi o sotto-utilizzati.
3 - In termini speculativi c'é di più, perché l'asse a) del Disciplinare prevede addirittura il trasferimento di attività agricole insediate in altri siti, per fare evidentemente posto alle attività residenziali di riuso: lo stesso asse a) consente l'ampliamento, mentre l'asse b) dà la possibilità di nuove edificazioni "strumentali" alla azienda agricola, da inserire nel Piano Economico Finanziario.
4 - A sancire questa nuova speculazione in zona agricola viene l'art. 6 del Disciplinare (Allegato B) secondo cui il P.R.I.A. <
5 - L'entità della "Variante" in temini quantitativi é data del Disciplinare che consente un <
6 - Per un Programma di Riqualificazione degli Immobili Agrari (P.R.I.A.) non ci sarebbe affatto bisogno del bando, dal momento che la maggior parte delle trasformazioni previste sono le stesse che consente il PRG vigente: a tradire la chiara speculazione che si nasconde dietro il bando (mascherato da fini pubblici di dare casa alla povera gente in affitto convenzionato) viene proprio la possibilità di andare in "Variante" alle NTA del PRG tramite l'Accordo di Programma, che poteva essere utilizzato anche senza il bando in modo isolato, ma che il bando invece autorizza in modo ben più generalizzato e soprattutto esteso all'intero Agro Romano.
7 - Per dare un'idea della portata devastante del bando si fa presente che lo stesso Comune di Roma ha calcolato circa 10.000 manufatti dismessi nell'Agro Romano, che potrebbero diventare altrettanti alloggi sparsi nella campagna, da dotare ognuno delle opere di urbanizzazione primaria (strade, luce, gas, acqua, fogne ecc.) che costituiranmno delle probabili "teste di ponte" per future nuove costruzioni.
SI TRATTA IN CONCLUSIONE DI UNA INIZIATIVA DEL COMUNE DA COMBATTERE CON TUTTE LE FORZE A DISPOSIZIONE.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
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